Chi sperimenta nuove soluzioni artistiche partendo dalle tradizioni lo fa perché consapevole
della portata universale ed espressiva in se contenuta e in special modo quando una tradizione
ha radici millenarie come quella in Sardegna.
Con le sue maschere lignee Antonio Maria Cocco crede in questo. Quindi non cerca la ripetitività che cristallizza, piuttosto una sua personale innovazione della tradizione sarda sentendosi erede diretto di questa non solo per i temi ma ad onta delle più diffuse escogitazioni commerciali, persino nello stile.
Pur ricordando le unicità contenute in ciascuna maschera gli elementi che ricorrono in ciascuna sono:
- La semplificazione delle linee nei connotati e nelle espressioni sempre mutevoli al cambiar della luce.
- La voluta sproporzionatezza delle masse plastiche che ne conformano la fisionomia facciale e ne esaltano il dinamismo "attraverso lo spazio. E il tempo".
- L'indefinitezza di un preciso stato d'animo in quasi tutte le maschere:
semmai i tratti del viso ci espongono di una potente personalità per ogni maschera.
Escludendo poche eccezioni tutte le maschere dello scultore Ossese sono riassumibili in tre cicli corrispondenti alle sue stesse tape. Entra su GALLERY.
Ciclo I. Dopo alcune bozze sperimentali, le prime maschere vengono forgiate
tramite pronunciate e "primordiali" masse plastiche, coniugando
temi di bronzetti nuragici e estremi sobbalzi d'animo di lidi Bacon e Picasso.
Ciclo II. A questo ciclo appartengono le maschere con "berrita" e quelle con berretto.
nel complesso le forme sono più addolcite e proporzionate rispetto al Ciclo I.
Ciclo III. La conformazione dei volumi nei visi è sempre più decisa,
ma sempre più scevra di personalità si tende quasi al sovrumano, all'allucinato.
Fanno parte di questo Ciclo le numerose statuine di modeste dimensioni
e qualche maschera tra cui il Divo punico.
della portata universale ed espressiva in se contenuta e in special modo quando una tradizione
ha radici millenarie come quella in Sardegna.
Con le sue maschere lignee Antonio Maria Cocco crede in questo. Quindi non cerca la ripetitività che cristallizza, piuttosto una sua personale innovazione della tradizione sarda sentendosi erede diretto di questa non solo per i temi ma ad onta delle più diffuse escogitazioni commerciali, persino nello stile.
Pur ricordando le unicità contenute in ciascuna maschera gli elementi che ricorrono in ciascuna sono:
- La semplificazione delle linee nei connotati e nelle espressioni sempre mutevoli al cambiar della luce.
- La voluta sproporzionatezza delle masse plastiche che ne conformano la fisionomia facciale e ne esaltano il dinamismo "attraverso lo spazio. E il tempo".
- L'indefinitezza di un preciso stato d'animo in quasi tutte le maschere:
semmai i tratti del viso ci espongono di una potente personalità per ogni maschera.
Escludendo poche eccezioni tutte le maschere dello scultore Ossese sono riassumibili in tre cicli corrispondenti alle sue stesse tape. Entra su GALLERY.
Ciclo I. Dopo alcune bozze sperimentali, le prime maschere vengono forgiate
tramite pronunciate e "primordiali" masse plastiche, coniugando
temi di bronzetti nuragici e estremi sobbalzi d'animo di lidi Bacon e Picasso.
Ciclo II. A questo ciclo appartengono le maschere con "berrita" e quelle con berretto.
nel complesso le forme sono più addolcite e proporzionate rispetto al Ciclo I.
Ciclo III. La conformazione dei volumi nei visi è sempre più decisa,
ma sempre più scevra di personalità si tende quasi al sovrumano, all'allucinato.
Fanno parte di questo Ciclo le numerose statuine di modeste dimensioni
e qualche maschera tra cui il Divo punico.